martedì 25 agosto 2009

Dall' OMELIA XX Dom. T.O. di don M. Pedron

Mi alzo ogni mattina e mi devo dire: “Anche oggi voglio nutrirmi di vita vera”. Così scelgo di guardare al lavoro come un luogo dove posso esprimere qualcosa di me piuttosto che un luogo anonimo dove subire.

Così scelgo di tirare fuori quello che ho dentro piuttosto che di “mandare giù” e di ingoiare.Così scelgo di dire a chi amo che lo amo, e di dirglielo con tutta l’intensità che sento.Così scelgo di piangere quando c’è da piangere, di ridere a crepapelle quando c’è da farlo, di divertirsi quando c’è da divertirsi e di stare nella tristezza quando c’è da stare.
Così scelgo di fare una passeggiata alla luce piuttosto che di “stravaccarmi” davanti al televisore.
Così scelgo di non fare discorsi da osteria, per “sentito dire” (“Sai che si dice; sembra che quella”), di gettare illazioni non vere, di non fare i soliti discorsi da bar, ma di provare ad entrare dentro alle situazioni, di provare ad entrare e a mettermi nei panni dell’altro, a chiedermi cosa proverà lui.

Così scelgo di mangiare ciò che mi piace e che mi fa bene. Così scelgo di prendermi ciò che mi piace fare, di stare con le persone che mi fanno star bene o con le quali mi piacerebbe stare; così scelgo di riposarmi, di divertirmi e di realizzare i miei sogni. Ogni mattina mi alzo e mi dico: “Io voglio vivere. Voglio vivere per davvero; non voglio essere un sopramobile dell’esistenza. Io voglio sentire, vibrare, appassionarmi, amare, ridere e piangere, entusiasmarmi e angosciarmi, voglio sentire tutta l’esistenza in tutta la sua ricchezza. Io voglio la vita vera, la zoè (ζοέ), oggi, domani e sempre!”

Discepolo sia in greco che in latino (disco in latino e μανθανο in greco) vogliono dire “colui che impara”. Vivendo così si impara sempre, si diventa sempre diversi e nuovi e non ci si annoia mai. Vivendo così nulla è estraneo, incomprensibile, scandalizzante, inaccettabile: tutto (è) ha parte nella mia vita e tutto è un messaggio per me. Allora posso accogliere ogni esperienza, ogni incontro, ogni persona. Perfino i fatti più tragici, le malattie e i lutti, pur rimanendo tragici, hanno un significato per me, hanno qualcosa da dirmi e da farmi capire, sono maestri per la mia vita. Vivendo così la vita è veramente ricca e piena.

Mangiare la carne di Cristo significa non fare tante comunioni, ma tanta comunione con me e con gli altri.

domenica 10 maggio 2009

UNO SCHIFO!!! UNA VERGOGNA!!! NON SI FANNO BATTUTE DEL GENERE!!!

07/05/09
Da la REPUBBLICA.Milano.it

Fini: "Un'offesa alla Costituzione il metrò soltanto per i milanesi".
Il presidente della Camera interviene dopo la proposta del parlamentare leghista Salvini.
E' dura la reazione del presidente della Camera, Gianfranco Fini, alla proposta dell'esponente leghista Matteo Salvini di riservare ai milanesi posti sulla metropolitana. "E' una proposta che offende la Costituzione e la dignità. Proposte del genere non si fanno perché sono offensive della Costituzione e della dignità delle persone, a prescindere dal colore della pelle".

Parole severe che vengono accompagnate da un coro di critiche del Pdl all'indirizzo dell'esponente leghista. Il quale, però, non sembra molto colpito dalle parole del presidente della Camera. E rivendica la sua proposta. Definendola, però, solo "una battuta, una provocazione", legata al fatto che "le donne non si sentono sicure su alcune linee dei mezzi pubblici a Milano".Una mezza retromarcia, dunque. Che Salvini spiega così: "Abbiamo solo evidenziato il problema della sicurezza nei mezzi pubblici. Parlavamo di donne, telecamere e controllori e scherzando dicevamo che avanti di questo passo fra 15 anni ci saranno i posti riservati ai quattro milanesi sopravvissuti visto che sono sempre meno". E ALLORA FATE PIU' FIGLI ANZICCHè RINSECCHIRE LE VOSTRE GONADI CON L'ASTIO ED I DISPETTI (NdA)

All'accusa di razzismo, Salvini ribatte: "Brutta o bella giudicheranno quelli che prenderanno il tram". Pesanti e univoche le reazioni che arrivano dal Pdl. "Proposta demagogica ed inaccettabile", attacca il ministro per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi. Per il ministro per l'attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi si tratta di una cosa "che non verrà mai presa in considerazione". Maurizio Lupi, presidente pdl della Camera dei deputati, invoca l'intervento del Carroccio: "Proposta senza senso, la Lega intervenga".E come risposta all'idea di Salvini, gli esponenti del Pd al Comune di Milano hanno applicato sulla poltrona in cui normalmente il consigliere del Carroccio siede nell'aula di Palazzo Marino un'etichetta con su scritto "posto riservato ai razzisti". (07 maggio 2009)..... E BEN GLI STAREBBE!!! (NdA)

Beati gli afflitti, perchè saranno consolati...

09/05/2009 Tgcom
Immigrati, Berlusconi su linea governo

Berlusconi: "Non siamo per Italia multietnica"
"La sinistra aveva aperto le porte, la sinistra era ed è quella di un'Italia multietnica: la nostra idea non è così". A chiarirlo è il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, rispondendo, a Palazzo Chigi, ad una domanda sulle preoccupazioni del Vaticano dopo il respingimento verso la Libia di alcuni barconi di clandestini. "La nostra idea - ha proseguito - è quella di accogliere solo chi ha le condizioni per ottenere l'asilo politico''.
E il premier difende così il respingimento degli immigrati clandestini prima che tocchino il suolo italiano, un'azione effettuata sempre "seguendo le norme internazionali e quelle umanitarie". Poi allarga il campo sul tema dell'immigrazione, spiegando la visione della sinistra e quella del Pdl. "La sinistra ha aperto le porte ai clandestini di tutti i Paesi e quindi ha l'idea di un'Italia multietnica" dice, aggiungendo che però "per noi non è così. Possono entrare in Italia solo quelli che chiedono asilo politico e coloro che mettono piede sul nostro suolo". Fuori dai confini, afferma Berlusconi, "vale il nostro diritto, previsto dai trattati internazionali, di respingerli". Quindi "nessuno scandalo" nel comportamento avuto dalle nostre autorità in questi giorni nei confronti di clandestini in acque internazionali. Tutto questo però non significa, continua, che "noi non critichiamo l'Unione europea per non aver messo a punto una seria politica per l'immigrazione".


Melandri: "è vero, il Pd ha un'idea diversa". La risposta dell'opposizione arriva da Giovanna Melandri. "Il Pd ha in mente un'Italia diversa da quella che propone il governo Berlusconi: vuole un Paese fondato sul rispetto e non sugli istinti razziali - spiega la responsabile Cultura del Pd - Sì, noi abbiamo un'idea diversa dell`Italia, signor presidente del Consiglio: multietnica, pluralista, libera, un Paese fondato sul lavoro e sul rispetto. Di persone oneste e sincere che si impegnano in quello che fanno con passione e fatica. Un Paese in cui non conta il colore della pelle, la razza o la religione, ma piuttosto l`onestà e la sincerità del cuore. Sì, presidente Berlusconi abbiamo in mente - insiste Melandri - un'Italia molto diversa dalla sua".



e quale miglior commento se non dire, scrivere e continuare ad affermare che non mi sento rappresentata da questo governo.

cosa poter dire a chi ha ancora una visione così limitata e segnata da confini, da colori e tradizioni.

cosa dire a chi, pur professandosi cattolico, nel 2009, parla di confini, di bandiere diverse, di lotte economiche, di preservare il proprio suolo? proprio? come se appartenesse solo a taluni... che povertà di sentimenti, che povertà di valori... io non mi riconosco in tutti quelli che la pensano così, e parlo di tutti gli stati che anzicchè collaborare, aiutare, respingono i sofferenti, i nuovi emigranti...

...e pensare che i Paesi cosiddetti "sviluppati", hanno depredato e stuprato l'Africa per secoli, impoverendola, crocefiggendone i figli. Che tristezza...

Caro On. Berlusconi & co. io sogno un' Italia multietnica, e le dirò di più, sogno un mondo unito, una moltitudine di persone unite, nella buona e nella cattiva sorte... Una UTOPIA? NO...

domenica 29 marzo 2009

UN PO' DI FILOSOFIA...

Un professore di filosofia iniziò la lezione introduttiva del corso.Affrontando la classe senza dire una parola prese un grosso barattolo vuoto e lo riempì di pietre del diametro di 5 cm, quindi chiese agli studenti se il barattolo fosse pieno.Loro risposero che lo era.
Il professore allora prese alcuni sassolini e li versò nel barattolo. Scuotendo leggermente il contenitore, questi andarono a infilarsi tra le pietre. Chiese nuovamente se il barattolo fosse pieno.Di nuovo la risposta fu affermativa.
Il filosofo, ancora, prese della sabbia e la versò nel vasetto. Questa naturalmente riempì gli spazi vuoti. Chiese, quindi, un'altra volta se il barattolo fosse pieno e, di nuovo, gli studenti risposero in modo unanime “si”.
Il professore a questo punto fece apparire due birre da sotto il tavolo e le versò nel barattolo.Gli studenti risero.Una volta che le risate furono spente, il professore spiegò:
“Questo barattolo rappresenta la vostra vita. Le pietre sono le cose davvero importanti:gli amici, la salute, i figli, i valori che continueranno ad essere fondamentali e a riempire la vita anche se qualsiasi altra cosa fosse perduta.I sassolini sono le cose importanti, ma un po' meno: il lavoro, la casa...La sabbia è tutto il resto, le cose minori.
Ora se mettete nel barattolo prima la sabbia, non ci sarà più posto per le pietre e i sassi. Se anteponete le cose meno importanti a quelle fondamentali, non avrete più energia, tempo, spazio per quelle davvero necessarie.
Fate attenzione per prima cosa alle vostre priorità delle cose importanti...il resto è solo sabbia”.
Uno studente chiese:” E la birra?”
Il professore concluse:”Beh, ricordate: non importa quanto sia piena la vostra vita, c'è sempre posto per un paio di birre!”

martedì 24 marzo 2009

AUGURIO SEROTINO

"Se vuoi essere felice per un giorno:dai una festa.
Se vuoi essere felice per due settimane: fai un viaggio.
Se vuoi essere felice per un anno: fai un giardino.
Se vuoi essere felice per la vita: trova uno scopo degno!" (Anonimo)

sabato 21 marzo 2009

21 marzo 2009: buona primavera a tutti...

" Se in questo momento, nella calma del mio cuore, mi trasformo in un centro di amore e di gentilezza, forse, anche se in misura limitata, ma non del tutto insignificante ora il mondo può disporre di questo nucleo di cui era privo qualche istante prima. Questo è il dono, il beneficio per me e per gli altri."
Jon Kabat Zinn

domenica 8 marzo 2009

8 MARZO OGNI GIORNO SOLO PER LE "VERE" DONNE

Umiliazione
Umiliante è una donna per nulla “Donna”, che usa il proprio corpo come merce di scambio per ottenere complimenti “fallaci”, servigi e bonifici per pagarsi capricci e nuove mise audaci per allargare la propria piramide di “ammiratori” e le proprie gambe.

Umiliante è una donna per nulla “Donna”, che si fa sposare da un uomo che non la vuole sposare, incastrandolo con l’atavico e subdolo gioco concezionale.

Umiliante è una donna per nulla “Donna”, meretrice che tesse orditi e tante trame alle spalle del suo schiavo, catturato ed assoggettato con il fanciullo inganno, costretto agli extra per coprire i tanti fossi finanziari scavati da lei in continuazione.

Umiliante è una donna per nulla “Donna”, che si circonda di qualsiasi amante, dal più grezzo al più danaroso per colmare la sua profonda insicurezza femminea… li raccoglie anche per strada, è convinta di ammalliarli con il suo potere stregonesco, e di richiamarli a sé con lo schioccare delle sue dita, e non vuole vedere la realtà… esistono esemplari di sesso maschile seguaci del credo “va bene tutto, basta che respiri e sappia fare l’animale da circo”.

Umiliante è una donna per nulla “Donna” che, nonostante abbia già superato l’età anagrafica della maturità, si ostina a traslocare in nuovi castelli in aria progettati e costruiti da lei stessa, per fuggire agli incendi appiccati dal suo stesso istinto, per sfuggire alle responsabilità che continueranno a rincorrerla. Cambia case ed identità come un attore indossa nuove maschere, è convinta che ognuno abbia tante maschere ed all’occorrenza ne rispolvera di vecchie e con l’arte appresa della cartapesta ne prepara delle nuove, per truffare altri ingenui esseri di cui si servirà per continuare a raccogliere soldi e plausi, commiserazioni vestendosi da agnellino innocente, ed ammirazioni per l’habitus di madre encomiabile ed originale.
Ma quante altre identità “mascherate” sfoggerà?
Giù da un palco, indossa maschere solo colui o colei che non può o non vuole mostrare il suo vero volto. Solo le persone a contatto col suo quotidiano scoprono col tempo la sua vera faccia, e se solcata e corrugata dal “non amore” coltivato e perpetrato, alla fine si allontanano.
Anche un legame forte e tissutale, quale quello di sangue può esser scisso da tanta povertà d’animo.

Pubblico la mia esternazione oggi, 8 marzo, giornata dedicata alle “Donne” con la D maiuscola, per invitare alla riflessione. Ho la gioia di aver incontrato e di avere come amiche delle VERE DONNE, esempi unici e meravigliosi di forza d’animo, di valori e Amore, e desidero sia chiaro il distacco da certi personaggi genotipicamente e fenotipicamente XX, e cioè femmine, ma che intimamente sono come carboni più volte attizzati, e contriti da tanta povertà di etica e dal tanto odio che più o meno inconsapevolmente secernono attorno a loro stesse, e che immancabilmente si ripercuote in chi è loro vicino, ma anche su loro medesime.

sabato 7 marzo 2009

LA LEGGE ALLE VOLTE SBAGLIA

La Legge Italiana tutela e garantisce mantenimenti spremi ex-mariti a "donne" amorali e colpevoli di disastri familiari, se sono presenti figli. E' necessario spendere somme ingenti per dimostrare la condotta deprecabile e moralmente sporca di certe mogli, e nonostante questo la madre è madre, ed i figli vengono sempre affidati a loro.

Poveri figli, strumenti procaccia soldi e patrimoni di cacciatrici di doti, mantenute impenitenti, sbandate, che non sono nemmeno in grado di occuparsene da sole.

Poveri figli, vittime innocenti di isterie, bugie su bugie, tradimenti come pugnalate alle spalle di mariti che da soli portano avanti farse matrimoniali, e tutto solo per proteggere e nutrire le sue creature.

Alla fine tutto viene alla luce... la verità prima o poi verrà fuori, forte e calda.
L'Amore vuole Amore... il male seminato darà i suoi rinsecchiti e ferenti frutti.

Sono consapevole che ci siano anche episodi di perpetrata ingiustizia nei confronti di mogli e madri, questo sia chiaro e lo sottolineo.
Ci sono situazioni nuove ed anche la Legge deve rendersene conto, prima che ulteriori danni si compiano, e deve rinnovarsi.

lunedì 16 febbraio 2009

Leo Buscaglia: panacea per lo spirito e per il corpo

Condividere, in amore, non significa tenere il bilancio di chi fa questo o quello, di chi fa più di un altro. Vi sono momenti in cui dobbiamo dare di più di quanto riceviamo, ma ve ne saranno altri in cui avremo bisogno di ricevere più di quanto saremo in condizione di donare. (da Nati per amare, Leo Buscaglia).


Due persone non possono incontrarsi neanche un giorno, prima di quando saranno mature per il loro incontro...
Questa frase incornicia la mia storia d'Amore... sia io che lui dovevamo affrontare un processo di cambiamento... di ulteriore crescita

Finché lasciate la vita nelle mani di altri, non vivrete mai. Dovete assumervi la responsabilità di scegliere e di definire la vita.

Impara ad ascoltare. Non impari niente ascoltandoti parlare.

L'amore non esige perfezione ma impone sincerità.

L'amore sottoposto alla costrizione non tarda ad appassire; la libertà è la sua vera essenza. È incompatibile con l'obbedienza, la gelosia, la paura. Esso è puro, perfetto, sconfinato solo quando i suoi seguaci vivono in un rapporto di fiducia, parità e riserbo.

Lasciarsi sfuggire l'amore è lasciarsi sfuggire la vita.

Noi possiamo trasformare la disperazione in speranza, e questa è una magia. Possiamo asciugare le lacrime e sostituirle con i sorrisi.

Se diventate vivi, se attraversate il mondo a passo di danza, facendo cose pazze, diventate affascinanti e restate affascinanti.

State molto attenti con i vostri sogni, perché corrono il rischio di avverarsi

Quando io ti amo e tu mi ami, siamo l'uno come lo specchio dell'altro, e riflettendoci l'uno nello specchio dell'altro, vediamo l'infinito.

Voi siete meravigliosi, voi siete magici. Come voi ci siete soltanto voi.

Si può dare soltanto ciò che si ha... e l'unica ragione per avere qualcosa è donarla.

L'essenza dell'educazione non è imbottirvi di fatti, bensì aiutarvi a scoprire la vostra unicità.

Abbiamo dimenticato cosa sia guardarsi l'un l'altro, toccarsi, avere una vera vita di relazione, curarsi l'uno dell'altro. Non sorprende se stiamo morendo tutti di solitudine.

Il post odierno nasce dalla mia necessità di ritrovare la serenità e trovare nuove sorgenti di pace, di letizia... mi sono appesantita tanto, caricandomi dolori e difficoltà altrui e non lasciandole andare completamente... ho nell'animo ancora l'Ilaria bambina, innocente, volitiva, caparbia e che ripone speranza nella giustizia, nelle persone, ed alle volte quella bambina inciampa nella paura, nelle provocazioni di taluni e talune. Perde l'equilibrio quando, distraendosi, perde di mira quella mano sicura e forte, quella luce calda e foriera di gioia e felicità
Ho pensato subito all'energia che ho saputo trarre anni fa dagli scritti di Leonardo Buscaglia... erano anni non facili, ma ce la feci allora e ce la farò adesso e nel futuro. Mi aspetteranno momenti non belli... ma io sarò molto più bella e forte di loro.

martedì 10 febbraio 2009

GIORNI DELLA MEMORIA DI 2 ECCIDI TRA I PIU' NOTI

27 GENNAIO
IL GIORNO DELLA MEMORIA DELLO STERMINIO EBRAICO


10 FEBBRAIO
IL GIORNO DELLA MEMORIA DELLE FOIBE

il 10 febbraio è la giornata dedicata al ricordo di tanti (10000-12000) Connazionali trucidati dall'esercito di tito.
Su Rai storia (digitale terrestre) è possibile seguire la trasmissione " La storia siamo Noi", dedicata all'argomento. Invito tutti a farlo, perchè l'istruzione, l'informazione è un DOVERE-DIRITTO CIVICO.

Destra e Sinistra. Nero o Rosso, Bianco o Giallo non dovrebbero nemmeno esistere.
Politici sempre pronti a strumentalizzare eventi di cronaca, crisi economiche solo per "capricci istituzionali" ed a riempirsi pance e portafogli con i soldi della gente onesta e lavoratrice e con le lacrime di genitori doppiamente straziati dalla loro tragedia familiare: VERGOGNA!!!

Riflettiamo e Meditiamo tutti assieme, accomunati da un profondo senso etico, laici e religiosi assieme, settentrionali e meridionali assieme (le posizioni geografiche sono sempre "relative"), autoctoni ed immigrati assieme, affinchè la storia e le storie di ciascuno ci arricchiscano e ci rendano migliori, più saggi nell'animo.

A tutti coloro che con ipocrisia e troppa superficialità hanno criticato un PADRE...Libertà di scelta, per tutti.

Caso Englaro Il padre
Beppino: ora è libera Ho fatto tutto da solo
Il viaggio verso Udine. In Friuli avrà la scorta


— La tua bambina, gli ha detto il dottor De Monte. E non c'è stato bisogno di dire molto altro, perché non l'aveva mai chiamata così. Beppino Englaro ha capito cosa c'era dietro quel gesto di sensibilità, ha pensato a Saturna che sta sempre più male, a come dirglielo. E ha pianto, cos'altro poteva fare un padre che ha appena perso la sua unica figlia, che si prepara a rimanere solo per il tempo che gli rimarrà? «Ci ha lasciato, adesso voglio stare da solo» ha detto, e a noi che lo chiamavamo in continuazione riusciva di percepire non più di qualche frase in mezzo alle lacrime.

Piange Beppino Englaro, che si è impedito di farlo per diciassette anni, che nelle foto di quel 1992, le ultime con sua figlia viva, appare quasi in carne, con i lineamenti rotondi. La durezza fredda che si è imposto per andare avanti si era trasmessa anche alla sua faccia, diventata quasi una maschera metallica, le occhiaie di chi non dorme e abita perennemente un incubo, il profilo sempre più aguzzo. Sua figlia cambiava, il suo corpo si rattrappiva, anche Beppino lo faceva, dentro e fuori. «Sarebbe l'arma atomica, lo so. Vedendo le foto di Eluana com'è oggi, tante persone starebbero finalmente in silenzio. Ma non lo farò mai».
Ancora ieri mattina ci ha parlato così, riferendosi all'unico tabù che conservava per se stesso. «Vede, ormai, al punto in cui sono arrivato posso avere contro anche il mondo intero, e non me ne importa nulla. C'è solo una cosa che mi renderebbe debole e bucherebbe la corazza che mi sono costruito. Io non posso avere contro Eluana Englaro».
C'era, c'è stata in tutti questi anni, un'altra promessa nascosta, l'ultimo segreto tra un padre e una figlia, qualcosa da custodire in silenzio. «Quando tornò dall'ultima visita al suo amico in coma, mi disse che non avrebbe mai voluto rimanere in quello stato. E mi fece promettere che se fosse successo mai avrei dovuto mostrarla in quelle condizioni».
La promessa a una figlia vale più di ogni cosa, di ogni ingiuria, insulto, di qualunque «Beppino boia» sentito gridare in diretta al telegiornale, cinque minuti dopo che De Monte ti ha detto che Eluana non c'è più. Sarebbe bastato davvero poco. Raccontare le palpebre perennemente a mezz'asta sugli occhi, le pupille vuote, il naso che sembrava sproporzionato su una faccia che si era rinsecchita come il resto del corpo.
Pesava meno di 40 chili, Eluana. Le braccia e le gambe erano rattrappite, poteva giacere solo di lato perché a pancia in su rischiava di soffocare per i liquidi che salivano da uno stomaco atrofizzato e incapace di trattenerli. Era appoggiata sul lato destro del corpo e questo le causava spesso piaghe da decubito sulla guancia, le lacerazioni di una pelle che si fa di carta velina, quelle che ai vecchi vengono sul sedere o sulla schiena, lei ce le aveva anche in faccia.
Gli ispettori del ministro Sacconi, nella hall dell'albergo, prima di tornare a Roma, non riuscivano a togliersi dalla testa l'immagine del corpo di Eluana. Sarebbe bastato poco, davvero. Ma non è un boia, Beppino Englaro. È un uomo che ha smesso di vivere insieme alla figlia, tanto tempo fa, che ha scelto di morire ogni giorno, insieme a lei. Chiunque ci abbia passato cinque minuti insieme sa quali abissi di dolore nascondevano quelle occhiaie, sempre più marcate in un profilo ogni giorno più affilato. Sa com'era difficile sostenere lo sguardo di quest'uomo che non voleva si scrivesse delle sue debolezze, dei suoi momenti di sconforto.
Un padre annientato che si è fatto carico della volontà della figlia, scegliendo la strada più dura da seguire in un posto come l'Italia, combattere a mani nude, senza mai chiedere a un dottore di adottare un sotterfugio di morte, come avviene nelle corsie di tutta Italia. «Adesso — riesce a dire al telefono — so che qualcuno si scatenerà contro i dottori che hanno seguito Eluana. Voglio che si sappia che sono io l'unico responsabile, sono io che ho portato questa storia fin qui. Agli amici, e ne ho trovati tanti in questi anni, chiedo di non preoccuparsi per me. Non voglio essere cercato, ho bisogno di stare solo. Avrei liberato il corpo di Eluana, che ormai era diventato ostaggio di mani altrui».
È a Lecco, Beppino Englaro, dove oggi avrebbe dovuto partecipare a un processo in cui gli volevano togliere la patria potestà. Cerca di ricomporsi, al telefono con il colonnello che lo chiama per le condoglianze e poi gli annuncia che appena entrato in Friuli gli verrà assegnata una scorta, «perché sa, la situazione è particolare».
Beppino lo ha ascoltato dicendo dei «sì» cortesi, con voce bassa. «Non so ancora a che ora parto, devo prima vedere com'è la situazione di mia moglie» ha detto. Senza farlo pesare, che c'è un'altra tragedia nella sua vita, che oggi lui muore con Eluana ma il suo calvario non finisce. Si sente il rumore di un treno che passa, la casa degli Englaro affaccia su una ferrovia. «Si figuri colonnello, non darò nell'occhio, glielo prometto. Sono un po' disorientato, ho bisogno di sedermi». La scorta, come un delinquente che ha fatto qualcosa di malvagio. L'ultima umiliazione, per un uomo che giorno dopo giorno ha scontato l'inferno peggiore, vedere una figlia che sorride solo da foto remote. Ci sarà il funerale, non finiranno le vane parole. «Devo restare solo, ho bisogno di respirare». Chi lo conosce sa che questa non è una liberazione, non per lui. «Avevo fatto una promessa» dice. L'ha mantenuta, anche se in questi anni la sua ragione di vita è rimasta appesa a sua figlia. «Mi sento spaesato. Devo rimanere solo, ho tante cose a cui pensare» è il suo congedo. Sono in tanti quelli che pensano che in fondo non voleva che sua figlia se ne andasse. «Certo che soffrirò, ma cosa c'entra?». Era tutto per lei, non per me, ripete, e la voce si fa tenue. «Ho sopportato molto, in questi anni». Ma doveva andare avanti, dice, dovevo mantenere la promessa. E infine liberarla, la sua bambina.

Marco Imarisio10 febbraio 2009 (corriere della sera.it)

venerdì 6 febbraio 2009

Eluana.... una fragile, forte esistenza

Cara Eluana,
era tanto che desideravo scrivere di te...
ho deciso di farlo attraverso una lettera virtuale, immaginando che tu possa leggerla.
Seguo da sempre le vicissitudini tue e della tua famiglia, e da medico so già che potrei trovarmi di fronte a situazioni più o meno simili alla tua, ed ancor prima , da essere umano mi potrei trovar davanti a vicende così complesse dal punto di vista scientifico ed etico.
Dolce e solare Eluana, tutti noi siamo abituati al sorriso che sfoggiavi da ragazzina, così piena di vita ed entusiasmi, ma ben 17 anni sono trascorsi da quel terribile incidente, che ha falciato la tua vita, riducendola ad un paradossale filo di nylon, trasparente, ma così resistente da lasciare la tua anima in sospeso tra la terra e cielo. Il tuo volto, il tuo corpo non sono più quelli che siamo abituati a vedere... sei nel limbo oramai da 17 anni... tutta la tua famiglia è nel limbo, al tuo fianco... vorrebbe la pace eterna per la tua anima, per il tuo corpo.
Perchè Eluana? perchè vivi sospesa? perchè non hai completato il tuo viaggio?
Nonostante la poesia delle mie prime righe, nascente dalla mia emotività interiore, Sono una persona molto razionale che ragiona, cerca risposte, ma non freneticamente, perchè non sempre ce ne sono... ognuno, in base al proprio credo, al proprio essere, può trovarle in :<<>>... oppure in :<<>>.
Io, cara Eluana, una proposta non ce l'ho... certo è che cerco le mie risposte nell'immanente, perchè è ciò che vivo, tocco e sperimento ogni giorno. Vedo tuo padre, penso alla tua mamma, ai tuoi cari, e rivolgo a loro molti dei miei pensieri di solidarietà e di stima per quanta forza abbiano avuto in tutti questi anni, coi loro sguardi sospesi a metà, rassegnati al non poter più ascoltare le tue fragorose risate, i tuoi discorsi, ma stanchi di non poterti ancora garantire la solennità della pace eterna e di continuare a vederti legata "a e da" flebo, cateteri, sacche di papponi.
Vorrei tanto che tutto si risolvesse naturalmente... che ogni tua cellula terminasse il suo stand-by pluriennale e che tu possa librarti nell'aere... libera finalmente di poter andare.
Ti penso e ti abbraccio virtualmente.

Ilaria

io quest'uomo lo adoro... lettera del mio Rettore

Si trasmette per conto del Magnifico Rettore -------------------------------------------------------------- Alle Docenti e ai Docenti, Al Personale Tecnico e Amministrativo, Alle Studentesse e agli Studenti dell'Università degli Studi di Padova Siamo giunti ormai in prossimità delle Feste di Natale. Sta per finire un anno difficile, come del resto difficili sono stati anche quelli che lo hanno preceduto. E non sarà certo più facile quello che fra pochi giorni inizierà. Abbiamo tutti – ne sono convinto – la serenità interiore che ci proviene dalla consapevolezza di avere svolto anche quest’anno il nostro lavoro – ognuno nella propria funzione – con serietà, con impegno, con dedizione. E questa è la nostra forza. Vengono da qui i risultati davvero straordinari che anche quest’anno abbiamo conseguito, fornendo un servizio didattico di qualità ai nostri studenti, e continuando a primeggiare nella ricerca in moltissimi ambiti disciplinari. Lunedì scorso il Consiglio di Amministrazione ha approvato all’unanimità il Bilancio di previsione 2009: non solo è un bilancio in sicuro pareggio e senza alcuna preoccupazione di deficit presenti o futuri, ma vede crescere ancora di circa 12 milioni l’investimento dell’Ateneo per finanziare la ricerca; questi fondi aggiuntivi portano complessivamente a oltre 37 milioni di euro la massa finanziaria che per questo prossimo anno siamo stati in grado di mettere a disposizione delle Colleghe e dei Colleghi grazie ad una gestione oculata e “virtuosa” del nostro Ateneo, nonostante continuiamo ad essere sottofinanziati dal Ministero per circa 30 milioni di euro ogni anno! Abbiamo assunto (e su questa strada, con equilibrio, continueremo) centinaia di giovani ricercatori che da anni attendevano di uscire da una situazione di insostenibile precarietà, così come abbiamo trasformato in contratti a tempo indeterminato il rapporto di lavoro di centinaia di persone che con la loro professionalità contribuiscono in modo fattivo al raggiungimento dei risultati positivi che caratterizzano l’Ateneo sul piano della didattica e su quello della ricerca. Per il quarto anno consecutivo non aumenteremo la tassazione studentesca. E manterremo l’impegno, come da alcuni anni riusciamo a fare, di erogare la borsa di studio a tutti gli studenti che ne hanno diritto. Continuiamo nella realizzazione di un importante e impegnativo piano edilizio, con un tasso di indebitamento per contrazione di mutui assolutamente fisiologico in percentuale sul nostro bilancio e in rapporto al Fondo di finanziamento ordinario a noi attribuito. La amministrazione dell’Ateneo continua a realizzare consistenti risparmi sulle spese di gestione corrente, cosa di cui ringrazio personalmente in modo particolare il nostro Direttore Amministrativo. Dobbiamo continuare su questa strada. Solo in questo modo riusciremo a restare all’altezza della nostra tradizione. E non dovremo rinunciare a combattere ancora con energia e grande determinazione la battaglia già avviata a livello nazionale perchè finalmente abbia fine la situazione attuale di disparità di trattamento tra gli Atenei quanto a sostegno finanziario pubblico. Alcuni di questi Atenei, come Padova, non accettano più di vivere ed operare in un Paese dove il merito e la qualità non vengono mai riconosciuti, e dove invece sistematicamente di fatto chi gode di ingiustificate “rendite di posizione” continua ad approfittarne, a spese di chi si spezza la schiena per evitare che la nostra Italia finisca fuori dall’Europa e dalla comunità dei Paesi avanzati. Ci auguriamo che il patrio Governo riveda nei prossimi mesi le scelte sbagliate di riduzione indiscriminata dei fondi pubblici agli Atenei. Ci impegneremo a fondo perchè la ragionevolezza (e la giustizia!) prevalgano sulla forza degli interessi precostituiti e sconfiggano l’insipienza e la improvvisazione che traspare dalla recente manovra finanziaria estiva per quanto riguarda le università. “Avanti tutta” sulla strada seguita sin qui, dunque! Buon Natale e Buon 2009 a tutti, alle famiglie, agli affetti di ciascuno! Per il nostro antico Ateneo il futuro non sarà indegno del passato glorioso! Ad maiora! Vincenzo Milanesi

sabato 31 gennaio 2009

una storia che rincuora ed infonde speranza


Dall'Angola a Foggia con il sogno di diventare medico
di ENZA MOSCARITOLO




FOGGIA - «Il mio sogno è diventare un buon pediatra per aiutare i bambini del mio paese. Ce la metterò tutta per farcela, le difficoltà non mi preoccupano». Nandinho ha 19 anni, un sorriso solare e una speranza nel cuore: da due mesi è a Foggia, ospite della diocesi di Foggia-Bovino e dell’Arcivescovo Francesco Pio Tamburrino presso il seminario “Sacro Cuore”, per studiare e diventare medico. Trascorre il suo tempo tra libri di grammatica italiana, con cui ha qualche difficoltà, e i manuali di chimica e biologia, in assoluto le sue materie preferite: a settembre proverà a superare i test d’ing resso della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università degli studi di Foggia, un ostacolo che non lo spaventa affatto e che affronta con coraggio e una determinazione d’acciaio.
Ha lasciato l’Angola proprio per inseguire questo sogno, in fuga dalla povertà e dal degrado della sua terra natale dove il diritto allo studio non è per tutti. «Sono venuto qui a Foggia per studiare - racconta con un musicale accento portoghese, mentre si illuminano i grandi occhi neri - e non mi spaventano le difficoltà. Sono qui per questo e m'impegnerò con tutto me stesso anche per ringraziare tutte le persone che hanno fiducia in me e mi hanno dato una mano finora». Nandinho si è subito ambientato e non poteva essere altrimenti. A dispetto dei luoghi comuni Foggia è una città accogliente, che fa stare bene, come è successo ai tanti studenti stranieri che, arrivati anche da zone di guerra (come non far riferimento alle studentesse irachene accolte a Foggia) si sono subito ambientate. «Foggia è città molto accogliente, mi piace. Il centro storico, ma anche le vie con i negozi, le piazze, la villa, insomma, davvero una bella città. E poi ci sono i foggiani che, come tutte le persone del sud del mondo, sono premurosi e soprattutto generosi. Da questo punto di vista la mia amicizia con Foggia ed i foggiani è già ben avviate. E poi sono contento di viaggiare, in fondo sono un boy scout».
A Foggia, Nandinho - che non usufruisce né di sussidi né di borse di studio - ha trovato una nuova famiglia che lo ha accolto e adottato, grazie all’interessamento dell’associazione di volontariato foggiana “Il Vangelo della Vita”, che opera nella cittadina angolana di Lubango, ed è stato subito circondato dal generoso abbraccio di quanti hanno sostenuto l’iniziativa. «Ci siamo subito attivati per permettergli di venire qui a studiare - ha spiegato Dora de Palma, presidente del gruppo - grazie ai contatti tra il nostro Arcivescovo e mons. Kamwenho, vescovo di Lubango, e in questo abbiamo ricevuto il pieno appoggio dell’uf ficio missionario della nostra diocesi. Siamo rimasti sorpresi dalla tenacia e dall’umiltà di questo ragazzo che ha saputo subito guadagnarsi la fiducia di tutti e abbiamo deciso di aiutarlo in ogni sua esigenza e necessità. Bisogna premiare e incentivare chi grazie allo studio vuole emanciparsi dalla condizione di povertà e di miseria». Adesso sono in tanti a fare il tifo per Nandinho e a sperare di vederlo presto indossare il camice bianco.
29/1/2009