domenica 15 maggio 2011

La lettera aperta dell'istituto Planck al presidente del consiglio silvio berlusconi

Preside, docenti e personale Ata dell’Itis «Planck» - Treviso -

Non si tratta di imporre, comandare, essere autoritari, inculcare acriticamente i propri valori; si tratta viceversa di un’arte difficile, far emergere la parte migliore dei giovani che ci stanno di fronte, con la consapevolezza della loro peculiarità e specificità, della loro diversità da noi che deve emergere per far progredire la società che noi abbiamo costruito ma che presenta ancora gravi problemi. Si richiedono elevata professionalità, grandi capacità relazionali, equilibrio, capacità comunicative ed entusiasmo.
Non tutti i Docenti hanno queste capacità, ma molti sì e quotidianamente si spendono ben oltre gli obblighi contrattuali perchè amano la loro professione e sono consapevoli delle responsabilità che hanno verso i giovani che incontrano giorno dopo giorno. E’ difficile educare seriamente quando ci si confronta quotidianamente con i nefandi esempi che vengono dall’alto e col discredito che da tempo viene gettato sul personale della scuola.

Nel ricordarLe che il "pesce puzza sempre dalla testa" Le chiediamo, se non un provvidenziale passo indietro, almeno un doveroso silenzio.

dalle MAXIMES MORALES del Duca de la Rochefoucauld (1657)

" L'amore per se stessi, quando supera il limite, diventa una perversa passione, sia per chi ne è invaso, sia, soprattutto, per gli altri che egli vuole render suoi soggetti distruggendone l'indipendenza trasformandola in amore verso di lui. Se l'uomo affetto da tale perversa passione si trova al vertice della società, gli effetti che ne derivano sono ancora più sconvolgenti poichè l'equilibrio tra le varie istituzioni viene distrutto ed ogni libertà confiscata".

domenica 8 maggio 2011

Parola Stupenda: MAMMA

"La mamma non sa perché ama il figlio e il bambino non sa perché ama la mamma. Non sanno da dove viene l’amore che provano l’uno per l’altro.
E’ l’amore di Dio che si manifesta in loro, e quando l’amore è puro e disinteressato ne riflette le qualità divine."

(Paramahansa Yogananda)

giovedì 5 maggio 2011

NON PERMETTERE CHE TI CHIAMINO VECCHIO!

In gioventù, la bellezza è un caso della natura. In vecchiaia, è un'opera d'arte

L'arte di invecchiare consiste nel conservare qualche speranza.

La maturità è l'arte di vivere in pace con ciò che è impossibile cambiare.

Quando invecchiamo, la bellezza si converte in qualità interiore.

Per il profano, la terza età è inverno; per il saggio è la stagione del raccolto.

Negli occhi dei giovani vediamo fiamme, però è negli occhi degli anziani che vediamo la luce.

Non è vecchio chi perde i capelli, ma chi perde la sua ultima speranza.

Non è vecchio chi porta nel cuore l'amore sempre ardente.

Non è vecchio chi conserva la fede in se stesso, chi vive sanamente allegro, convinto che per il cuore non c'è età.

Pensandoci bene non siamo tanto vecchi, è che abbiamo molte gioventù accumulate.

Amiamo le antiche cattedrali, i vecchi mobili, le vecchie monete, i vecchi libri, però abbiamo completamente dimenticato l'enorme valore morale e spirituale degli anziani.

Bisogna essere grati della nostra età, poiché la vecchiaia è il prezzo di essere vivi.

Quando si sono compiuti gli 80 anni, o ne siamo vicini, ogni coetaneo è un amico.

Goethe terminò Faust a 82 anni. Tiziano dipinse capolavori a 98. Toscanini diresse orchestre a 87. Edison lavorava nel suo laboratorio a 83. Benjamin Franklin contribuì a scrivere la costituzione USA a 81.