venerdì 11 novembre 2011

GLI ANGELI DEL FANGO

Gli scout non vogliono "grazie": accorgetevi delle risorse nascoste


«Ci hanno offerto di tutto: soldi, vestiti, perfino gioielli». Niente da fare. «A tutti abbiamo detto: no grazie». Elena Rocco e Miriam Fiorenza, entrambe di 21 anni, sono due scout piuttosto risolute. Insieme ai coetanei Francesco Busdraghi e Giovani di Rovasenda, in questi giorni ne hanno viste tante. «La gente non sa come sdebitarsi, ed è incredibile come si fidino di noi». Certo, vedere la divisa degli scout rincuora. Come dev’essere accaduto a quel gioielliere di Corso Sardegna cui i ragazzi dell’Agesci hanno salvato i preziosi e rimesso in sesto il negozio. «A volte ci lasciava soli in mezzo ai brillanti». Forse per altri sarebbe stato facile dire che i monili mancanti li aveva portati via la piena. «Non ci è passato nemmeno per la testa, li abbiamo recuperati tutti». Tanto che alla fine il commerciante avrebbe voluto regalarne qualcuno alle ragazze. Ma loro sono state irremovibili: «No, grazie». Nel frattempo in Corso Sardegna la circolazione è stata riaperta, ma i semafori sono andati in tilt. Niente paura, a dirigere il traffico ci pensano loro. Sono decine e arrivano dai gruppi di tutta l’arcidiocesi. I ragazzi dell’Agesci sono inseriti nel sistema di Protezione civile. E si vede. In poche ore hanno pressoché rimesso a nuovo il mercato ortofrutticolo, una serie di cantine, svariati negozi e il piazzale della chiesa di San Fedele. Già che c’erano, come non avessero a sufficienza, hanno fatto festa con dei senza fissa dimora accampati nei pressi della Chiesa. Vi aspettate un riconoscimento? «No, vorremmo solo che la città si accorgesse di quale forza c’è nei suoi ragazzi, quei ragazzi che di solito non finiscono in prima pagina, ma che oggi sono in prima fila».

«Dai giovani può ripartire anche la ricostruzione dell'Italia»

Joaquim studia Filosofia. A 21 anni gli mancano tre esami. Anche Luca Fabbri, 23 anni, è prossimo alla laurea in Ingegneria meccanica. Entrambi sono corsi nel quartiere Marassi per dare una mano. Ci rimetteranno i jeans, ormai inservibili, e le scarpe da ginnastica: «Impossibile ormai trovare stivali». Pragmatico il futuro ingegnere, appassionato il laureando con tesi su «Filosofia e relativismo». Nessuno dei due si dice motivato da qualche fede religiosa o politica. Semplicemente «era nostro dovere morale di cittadini essere qui, ed esserci da genovesi». Quanto agli “angeli del fango”, loro si dicono «per niente sorpresi, anche se certi pregiudizi degli adulti sull’universo giovanile non sono del tutto campati per aria». Se per Luca questa tragedia insegna che «l’uomo deve rispettare la natura e costruire laddove si può e secondo criteri di sicurezza», per Joaquim è la risposta all’alluvione che sta insegnando qualcosa. «Nelle nostre società, dove forti sono le divisioni e i contrasti, un dramma come questo sta insegnando a noi per primi che l’unione tra persone è più forte di qualsiasi catastrofe, e che una popolazione unita è una popolazione che può rinascere». Un messaggio, concordano tutti e due, «che non vale solo per Genova: la risposta dei giovani, semplice ed efficace, prova che anche l’Italia può rinascere a partire da quella generazione sbrigativamente dipinta come apatica e disinteressata. Qui è con i fatti che stiamo spiegando che non è così».
( Nello Scavo)

sabato 5 novembre 2011

UN'ISTANTATNEA SULL'OGGI

I fiumi straripano
le colline franano
i ristoranti sono pieni
le file alla Caritas sono lunghe
i voli aerei sono stracolmi
... le carrette del mare sono strapiene
la mafia prospera
la disoccupazione avanza
le intelligenze fuggono
l'ignoranza prospera
e un nano suona il piffero.

(A. Brazzale)

venerdì 4 novembre 2011

IL PAESE degli ASINI

Un uomo in giacca e cravatta è apparso un giorno in un villaggio. In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino.

I contadini erano un po’ sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettarono tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua. L’uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali.

Il giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio.

Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne andò dal villaggio.

Il giorno dopo, affidò al suo socio il gregge che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l’ordine di vendere le bestie a 400 € l’una.

Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 €, tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini e, per far ciò, si indebitarono con la banca.

Come era prevedibile, i due “uomini d’affari” andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fin sopra i capelli.

Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il “corso” dell’asino era crollato. Gli animali furono sequestrati e affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere.

Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune. Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore).

Eppure quest’ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio né quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti.
Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l’aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia.

Su consiglio “disinteressato” del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità … Venne innalzata l’età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate. Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini.

Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre che il banchiere e i due truffatori sono fratelli e vivono insieme su un’isola delle Bermuda, acquistata con il “sudore della fronte”. Noi li chiamiamo fratelli Mercato.

Molto generosamente, hanno promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente.

Questa storia non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli abitanti del villaggio. E voi, cosa fareste al posto loro? Che cosa farete?

Se questa storia vi ricorda qualcosa?